7 NOVEMBRE 2025 ORE 21,30
Prezzo Intero : 13,00
Prezzo Ridotto : 11,00
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LA PATENTE
U PICCIU
di Luigi Pirandello
Nota di regia
“Ero un bambino negli anni ’70 e la televisione pubblica da poco aveva inaugurato il secondo canale, Rai Due. Le famiglie una volta alla settimana si riunivano per vedere le opere teatrali prodotte appositamente per la messa in onda televisiva. L’Italia era un Paese diverso allora, forse migliore, e ai cittadini veniva data la possibilità di poter accedere alla cultura anche attraverso il piccolo schermo che mandava immagini in bianco e nero. Fu così che una sera rimasi folgorato dai Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello della Compagnia dei Giovani del regista De Lullo, con magistrali interpreti come Romolo Valli e Rossella Falk. E proprio quella sera decisi che il teatro sarebbe stato la mia strada. L’amore per il teatro scritto da Luigi Pirandello è stato un amore mai tradito, ma come ogni amore va alimentato e rinnovato. “Uno nessuno centomila” è stato lo spettacolo in cui ho recitato nel ruolo di Moscarda, l’ultimo spettacolo prima di lasciare Krypton per dedicarmi al lavoro di attore che mi ha portato a calcare i maggiori palcoscenici italiani.
Tornato dopo dieci anni con il ruolo di direttore artistico della compagnia, mi rimmergo ora, a poca distanza dai novanta anni dalla morte del grande drammaturgo, nella sua scrittura con l’auspicio di restituirgli una rinnovata possibilità di incidere nel contemporaneo.
La Patente è il breve testo di cui ho scelto di indagare la filosofia, il linguaggio e la modernità. E l’ho fatto coniugando l’uso dell’intelligenza artificiale con l’intelligenza dell’attore in carne e ossa. Il personaggio di Rosario Chiarchiaro, lo jettatore, reso iconico da Toto’ nel film del 1954 diretto da Luigi Zampa, mi accompagnerà. Chiarchiaro per certi versi rappresenta la vittima di un’ingiustizia frutto di angherie, credenze, dicerie, che possono portare anche alla morte e che, pur riferendosi al contesto degli anni Venti, sono di struggente e drammatica attualità. Il mio jettatore si ribellerà a tutto questo, farà sentire la sua voce e infine chiederà al pubblico di diventare anch’esso “jettatore” sì, ma dei mali generati dal post capitalismo, dall’imperversare del “buonismo” ipocrita, in realtà finemente intollerante alle differenze e amante del pensiero unico.”
Fulvio Cauteruccio
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